mercoledì 23 gennaio 2008

SOS, ricordate? Cosa fanno i pirati...

Già, perchè sono sette mesi che me la rigiro tra le mani, vero ho avuto intere settimane in cui non mi sono dedicata per niente alla ricerca, ma alcune in piazze di Pisa, e Lucca mi hanno vista passeggiare con la bussola in mano e il satellite di Google è stato più volte usato a questo proposito.

Ora ho bisogno di voi, eh già! Ovviamente non chiedo che vi venga in mente il posto, ma... i singoli elementi, che vi sembrano? Cosa vi ricordano o suggeriscono?

Ho già raccolto alcune interpretazioni che al momento non pubblicherò per non condizionarvi e che comunque non mi hanno portato molto lontanto.


Aspetto i vostri commenti



Vi prego! Vi prego! Vi prego!


(inutile dire che Matteo Mazzoni e Angela sono precettati all'aiuto...!)

La moneta, la bussola e la mappa

Sì sì! Avete letto bene, proprio una mappa!

Mentre la serata di quell'ormai troppo lontanto venerdì volgeva al termine e sugli occhietti stanchi del Dimitri stava calando la palpebra, ho tirato fuori il mio piccolo premio (a dire il vero qui mi ci stava bene un bel "ho uscito il mio piccolo premio" perchè in certi frangenti le espressioni dialettali, seppur prestate, rendono meglio). Vi dicevo, il Dimitri stava per sonnecchaire ma il mio gesto, accompagnato da un grido trattenuto per troppe ore, ha ridestato lo sguardo del giovane regista.

Palpato, rigirato e aperto alla fine quel piccolo tesoro, ecco che ne è venuto fuori:

Meraviglia delle Meraviglie!


Una bussola in legno era avvolta nella grezza stoffa di lino su cui è disegnata una MAPPA
Già proprio una mappa vera, come quelle dei film e dei migliori libri di viaggi e avventure, degna di di Verne e pure di Stevenson.

La mappa, come vedete ha vari segni tra cui alcune coordinate che io, ovviamente ho cercato di non rendere note.

L'attesa

Eh si, perchè uscita dalla pizzeria il Corsaro ho fatto un ottimo esercizio sull'attesa. Sono un essere piuttosto impulsivo e spesso mi brucio barzellette, battute o regali per la fretta di vedere l'effetto sulla faccia dei destinatari. Bene, quella sera ho superato me stessa. Arrivata in auto mi sono limitata a rigirarmi tra le mani il magico involucro. Era un'involucro di stoffa grezza, con all'interno qualcosa di rigido squadrato, sigillato da una moneta di metallo fissata con della cera. L'ho fotografato e poi, consapevole di dover tornare a prendere Dimitri per andare a vedere la majorette Silvia, l'ho nascosto nel cruscotto, in attesa di gustarmi il momento in cui avrei potuto scartarlo con la calma e la solennità richiesta.

La serata è stata LUNGHISSIMA.

Oddio, ma che c'era?

Il Corsaro

Dunque dunque, vi dicevo, l'ultimo indizio a cui ero rimasta qui con voi, sono una copia delle vecchie mille lire.


Ricordate? Raffigurano Verdi e se non fosse che al Teatro Verdi già c'ero stata, mi sarei catapultata tra i rossi velluti dei palchetti pisani. Questo mi ha fatto pensare che forse, per fotuna o per caso in quel teatro dove ho ricevuto in dono il libretto de "Il Pirata" di Bellini ci sono andata troppo presto.


Comunque sia, il nostro Giuseppe nazionale ha scritto, come vi dicevo in uno degli ultimi e remoti post (sigh, sono una pessima blogger, lo so...), un'opera che s'intitola "Il Corsaro".

Ora non tutti sanno che, anzi non molti sanno che il Dimitri, artefice e regista malato di questo favoloso viaggio, ha lavorato in gioventù come cameriere in una pizzeria lucchese che porta questo nome.

L'occasione per andare a farci una capatina c'è stata una sera di alcuni giorni dopo, per la precisione venerdì 29 giugno (si si sono una pessima blogger: lo so).

Dovevamo andare con il suddetto giovane uomo a vedere una manifestazione del gruppo bandistico di una delle ragazze del corso di teatro del Vallisneri, Silvia e le sue colleghe majorettes (oh, ma si scrive così?)si trovavano poco distanti da Lucca. Approfittando di una breve sosta di Dimitri a casa sua, ho fatto una salto alla pizzeria, sicura di trovare "qualcosa", ma anche no. C'era una strana consapevolezza del non dare per scontato niente, nemmeno le intuizioni piu palesi e certe.








Ecco l'insegna della pizzeria...









Arrivata dentro ho incrociato la proprietaria a cui ho solamente detto: sono "Camilla, c'è mica..."
in realtà avevo avuto occasione di conoscere la signora una sera grazie ad una pizza con Dimitri per cui è bastato pronunciare due parole che la signora è scappata dietro la tenda della cucina ed è tornata con questo involucro che però ha appoggiato sul bancone perchè non voleva essere fotografata.
Ho ringraziato e sono uscita con il mio piccolo tesoro tra le mani...